You are currently browsing the monthly archive for febbraio 2022.

Antonio di Gennaro, Repubblica Napoli del 27 febbraio 2022

Osserviamo i nostri ragazzi in questi giorni, i nostri figli di 18, 20, 30 anni, dopo due anni di pandemia che ha imposto loro un prezzo assai alto, lo scoppio della guerra li colpisce ora fortemente, parlano poco, cercano di capire, ascoltano il nostro silenzio preoccupato. Nei discorsi degli adulti invece, fioriscono ragionamenti acuti sulle presunte ragioni della Russia, sugli errori dell’Europa e di Biden, alla ricerca di un equidistanza che sa innanzitutto di critica all’America. Ci sono cose che è difficile spiegare ai nostri giovani, prima ancora di capire.

Vagli a dire che è l’ultima disperata mossa di un autocrate che non ha più strada davanti, che ha definitivamente smarrito il contatto col reale e la complessità del mondo. Un paranoico per il quale è la democrazia, con la sua disordinata libertà, il pericolo maggiore. Ce lo ha pure spiegato il satrapo, nelle interviste degli ultimi anni, che le democrazie hanno fallito, sono inefficienti, che la vera libertà, la difesa degli interessi della gente è garantita dai regimi come il suo, dove gli oppositori vanno in prigione e i giornalisti finiscono stecchiti in ascensore. Vaglielo a raccontare ai ragazzi, sono considerazioni amare di follia che spaventano più del dubbio, del non saperne abbastanza. Putin ha chiarito, prima dell’attacco a freddo a un paese inerme, che gli interessi della Russia non possono essere messi in discussione. Resta da capire quali sono gli interessi dell’Italia, che è poi uno solo: la difesa della Repubblica, con le sue regole e garanzie, l’unica cosa che abbiamo, la possibilità di vivere in un mondo nel quale il potere è diffuso e temporaneo, non si è cristallizzato per sempre in un paio d’occhi ferini, senza più sguardo. Una democrazia che sarà pure ammaccata, ma continua ad alimentare un pluralismo pieno di idee, di modi di esprimersi e realizzarsi, di sperimentare e afferrare l’esistenza.

Questo è quello che cercheremo di dire ai nostri ragazzi. Che la Russia non è la pazzia tragica di Putin, con Tolstoj e Dostoevskij quel grande paese è parte di noi, riuscirà a impedire che questa follia continui. Diremo che questo momento drammatico può rivelarsi per l’Italia e l’Unione europea un’occasione dolorosa di crescita e rafforzamento, intorno alle poche cose importanti che abbiamo, l’unica bussola per il terzo millennio, quella libertà povera e nuda, conquistata a caro prezzo, un’ottantina di anni fa.