Perché poi, alla fine, questa nostra Repubblica è fatta di tre cose: sovranità, popolo e territorio. L’uso e l’abuso del territorio sono questioni politiche per eccellenza. Una delle novità del recente sconvolgimento elettorale, con l’affermazione del Movimento 5 stelle, è il ritorno del territorio nell’agenda politica. Non il territorio dei tecnici e degli specialisti, ma quello dei paesaggi urbani e rurali della nostra povera quotidianità, quelli che attraversiamo tutti i giorni, che determinano i nostri stati d’animo, che vorremmo migliori, più belli, salubri e sicuri. Il territorio vissuto attraverso gli occhi dei cittadini.
I partiti imbalsamati della prima e seconda repubblica se n’erano dimenticati. La questione ambientale era scomparsa dai programmi, della sinistra come della destra. Il notevole consenso raccolto da un movimento che ha messo la qualità del territorio al centro della sua azione, è un segno ulteriore dell’allontanamento (irreversibile?) della vecchia classe politica dai desideri, le aspirazioni, le reali urgenze dei cittadini. Per i quali, invece, la cura, la manutenzione, la riqualificazione delle città e dei paesaggi è l’opera pubblica fondamentale, il New Deal per risollevare il paese.
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