E’ il titolo del sito e di un libro di Valerio Quatrano, che racconta “come vincere le elezioni con internet”, ma lo slogan imperversa sul web, ed è diventato una sorta di generale implorazione/imprecazione rivolta dal suo popolo  al frastornato centrosinistra nostrano e al suo manipolo di generali stanchi e satolli.

La lezione, per ora, l’ha applicata alla perfezione Beppe Grillo, ma il paragone si ferma qui, perché il fenomeno Obama è fatto si di comunicazione, ma anche di sostanza.

I due ultimi discorsi del presidente, quello del secondo insediamento e quello sullo stato dell’Unione, sono molto importanti, e indicano una strada nuova per i progressisti di tutto il mondo.

In un paese spaccato a metà come una mela, Barack propone un programma per il lavoro, i diritti personali, i beni pubblici, l’ambiente, incardinandolo saldamente nella Costituzione del 1789, considerata un progetto ancora pienamente valido, dotato di “forza duratura”, la fedeltà al quale è la vera idea unificante della nazione, e la cui piena attuazione è “un viaggio senza fine”.

E’ su queste basi che Obama propone il suo New Deal, un grande programma federale di investimenti pubblici per l’istruzione, la ricerca, l’ambiente, e per la manutenzione dei beni pubblici, a partire dai 70.000 ponti dai quali dipendono le comunicazioni interne del paese.

“Il pareggio di bilancio non è una politica” ripete il presidente, mentre  la precarietà sta corrodendo minacciosamente la vita delle persone e le fondamenta stesse della coesione sociale.

E’ per questo, tornando alle cose di casa nostra, che non possiamo condividere quanto scrive sul Corriere Galli della Loggia, secondo il quale l’elezione di Laura Boldrini e Pietro Grasso costituirebbe la prova della definitiva perdita di identità della sinistra italiana, che pure aveva espresso per tali cariche figure come la Iotti, Ingrao, Napolitano, Violante. E’ vero il contrario, perché i neopresidenti hanno fatto due discorsi che più obamiani non si potrebbe, nel solco della nuova sinistra mondiale che si va formando, che è democratica, costituzionale, repubblicana.

E agli amici che mi ripetono che, Obama o non Obama, l’America è sempre la stessa, rispondo che io Dick Cheney me lo ricordo bene, e una differenza la vedo.

Ps. Ho ragionato di queste cose anche nell’ultimo articolo pubblicato da Repubblica Napoli reperibile all’indirizzo web http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/02/27/beni-pubblici-beni-comuni-istruzioni-per-luso.html?ref=search

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