La decisione di Bergoglio di effettuare a Lampedusa la sua prima missione, in forma non ufficiale, concordandola direttamente col vescovo locale, saltando a piè pari la Segreteria di Stato, è un gesto profondamente politico, al di là delle sue intenzioni. Niente di nuovo: Ruini ha fatto politica per vent’anni, contribuendo a consolidare la lunga egemonia del centrodestra in Italia. Con Francesco è diverso, perché lui opera su un terreno “altro”, spiazzando tutti, a partire dagli organi di informazione italiani, che continuano a raccontare il suo papato privilegiando toni bassi, collocazioni laterali, quasi non ci credessero fino in fondo. Con modi apparentemente naives, Francesco sposta completamente  l’asse della politica, centrandolo sulle difficoltà, le emergenze, le sofferenze degli uomini reali, i più deboli, quelli perennemente fuori-agenda. Quelli che non hanno la forza e il tempo di aspettare i benefici dei tagli (veri ) e delle politiche (placebo) che i goffi leader europei riescono stentatamente a mettere in campo. Il fatto è che Francesco surclassa questi poveretti anche sul loro terreno, quello delle riforme, basta vedere come in pochi mesi ha ridimensionato la Curia, e rivoltato come un guanto lo IOR.

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