Beppe Grillo ora cita Noam Chomsky e il suo “La democrazia è una luccicante scatola vuota”. Prima c’era stato l’attacco all’articolo 67 della Costituzione che prevede, come tutte la altre costituzioni democratiche nel mondo, il sacrosanto divieto di mandato imperativo per i parlamentari, che devono poter fare liberamente le loro scelte, senza la pistola puntata dello streaming.

Quello che si percepisce è un’insofferenza per le regole, la convinzione che tutti questi formalismi (pazienza se si tratta della Costituzione e delle leggi della Repubblica), non possano limitare, ostacolare, procrastinare l’azione salvifica degli interpreti autentici ed esclusivi del cambiamento, la cui eticità  nessuno può mettere in discussione.

Sembrano cose che non stanno in piedi, ma l’aria che tira è questa, ed è un’aria pericolosa. Poi a me le scatole piacciono, sono oggetti utili, a cominciare da quella più grande, che è la nostra Costituzione.

Certo, sono contenitori da riempire, come ricordava Piero Calamandrei nel ’55 agli studenti milanesi: “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica.” Il disprezzo, aggiungerei.