La periferia di Napoli, luogo in gran parte inesplorato, è questa volta protagonista di un volume di Gianni Fiorito, di mestiere fotoreporter, intitolato “Terra Buona- Ponticelli, il paesaggio e la memoria” e accompagnato dai testi di Luca Rossomando, che narra senza stilemi e abbellimenti di una quotidianità popolare, alla ricerca di tracce che raccontino del passato agricolo di Ponticelli e l’ incedere del presente industriale. Così le fotografie si fanno a strati, ad anonimi casermoni si intervallano terriccio e distese di verde; serre e natura dividono l’ inquadratura con orizzonti fatti di case. Passato e presente non solo si allineano, ma si sovrappongono. Ecco allora che la terra si fa buona, perchè è terra dove si lavora, sbocciano peschi a ridosso di palazzi e i campi di papaveri fanno da contraltare a sgraziate residenze operaie. Terra buona che semina e produce associazionismo. Lo stesso ritratto nelle marce ambientali, nei murales che dicono della vita dei ragazzi di una periferia che stenta a trovare un propria identità, ma che conserva valori buoni, di una volta, e coscienza civile. Quella di cui parla anche Rossomando nei racconti-interviste: sette testimonianze che comunicano parallelamente con i segni visivi. I passanti, catturati con foto che sembrano rubate, emergono come presenze indistinte di un’ affamata pampa napoletana, che tutto inghiotte, tranne le ciminiere. D’ altro canto è questo il merito maggiore del volume, cercare se non la bellezza ovunque, almeno l’ interessante, perchè è proprio come osservò Pasolini, che «quello che va difeso è questo passato anonimo, questo passato senza nome, questo passato popolare»
Giuliana Calomino, Il passato e il presente di Ponticelli ‘terra buona’ della coscienza civile,
Repubblica Napoli, 15 giugno 2013
Gianni Fiorito e Luca Rossomando, “Terra Buona- Ponticelli, il paesaggio e la memoria”, 44 edizioni”
Disegno di OTTOEFFE per Napoli Monitor
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