Antonio di Gennaro, 4 luglio 2013
Terra dei fuochi, nuova puntata. L’Istituto Superiore di Sanità ha reso noti i dati, ripresi con clamore dai media, dell’aggiornamento dello studio epidemiologico “Sentieri”, sulle malattie tumorali in 55 comuni delle province di Napoli e Caserta. L’effetto era un po’ cercato, viste le modalità di publicizzazione, con un annuncio a sorpresa sul web, più da agenzia indipendente, free lance, che da istituto di riferimento nazionale. La delicatezza del tema avrebbe forse meritato un po’ più di attenzione, ma tant’è, in tempi di spending review è comprensibile che ogni ente abbia esigenze di visibilità. Ad ogni modo, le conclusioni cui lo studio giunge sono un pugno allo stomaco: nei 55 comuni presi in considerazione si registrerebbe un eccesso di mortalità e di ospedalizzazioni per diverse patologie tumorali, in qualche misura collegabili all’inquinamento da rifiuti.
Il nuovo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità andrà studiato con attenzione, ma alcune riflessioni possono essere fatte a caldo. A partire dalle conclusioni, che sono molto differenti, ad esempio, da quelle che Mario Fusco, l’epidemiologo che dirige il Registro Tumori dell’ASl Napoli 3, nel quale ricade più di un milione di abitanti della Terra dei Fuochi, ha illustrato nel recente convegno organizzato dalla task force Pandora lo scorso 26 giugno a Città della Scienza. I dati del registro tumori, che partono dal 1996, evidenziano come l’incidenza delle malattie tumorali nell’area, da che erano più basse, si stiano allineando alle medie nazionali. La mortalità per tumore invece, seppur in discesa, è più alta della media nazionale, che sta diminuendo ad una velocità più elevata. Questo scarto tra incidenza e mortalità chiama in causa la mancata prevenzione, le prestazioni carenti del sistema sanitario rispetto ad altre parti del paese. Ad ogni modo, per capire qualcosa, è necessaria un’analisi “microgeografica” dei dati, che si sta compiendo alla scala delle singole particelle censuarie, perché le medie comunali e territoriali non raccontano niente, anzi, forniscono informazioni fuorvianti.
E’ probabile che l’approccio impiegato dallo studio “Sentieri” sia diverso da quello del gruppo di lavoro diretto da Mario Fusco. Di sicuro, “Sentieri” si basa in prevalenza su dati di mortalità e ospedalizzazione. I dati di incidenza, il numero cioè di nuovi ammalati che si registrano annualmente per ogni 100.000 abitanti, che per ammissione degli stessi ricercatori dell’Istituto Superiore rappresentano alla fine il parametro rilevante, erano disponibili per soli 17 dei 55 comuni interessati dallo studio.
Certo, meglio sarebbe se il servizio sanitario nazionale parlasse con una voce sola. La sensazione, invece, è che ogni pezzo dell’amministrazione stia giocando una partita a sé, con i cittadini nella veste di disorientati spettatori. Modalità di comunicazione come quelle scelte dall’Istituto Superiore fanno salire il livello dell’emozione, non quello delle politiche pubbliche. Ma tanto ci spetta: siamo la carta sporca, la finestra rotta della nazione, tirare un sasso in più non costa proprio nulla.
L’articolo è stato pubblicato su Repubblica Napoli del 5 luglio 2014 con il titolo “Troppe voci disorientano i cittadini”
2 commenti
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04/07/2014 a 17:39
Silvestro Gallipoli
Carissimo Antonio, c’è di peggio: il paragone sulla mortalità e l’ospedalizzazione è stato fatto a livello regionale mettendo a confronto un’area densamente e disordinatamente popolata ed urbanizzata, caratterizzata da una forte deprivazione, causa a sua volta di degrado sociale ed ambientale, col resto della Campania costituita da territori montuosi e rurali. C’era bisogno di uno studio del genere per sapere che le aree interne della Campania sono più salubri dell’area individuata come “terra dei fuochi”?
05/07/2014 a 10:00
Massimo Menegozzo
Il lavoro fatto dall’Istituto Superiore di Sanità non era uno scoop ma un obbligo previsto dal Decreto sulla Terra dei Fuochi. D’altra parte l’Istituto Superiore di Sanità rappresenta ad oggi l’unica struttura che segue da circa un decennio in maniera rigorosa la situazione sanitaria dei siti contaminati, ed in particolare negli ultimi anni la situazione relativa alla cosiddetta “Terra dei Fuochi”.