Paolo Pileri, 31 gennaio 2023

La riflessione di Paolo Pileri pubblicata oggi da Repubblica Napoli.

“Nessuno ha diritto a trattare la terra come l’avaro il suo gruzzolo d’oro”. Queste parole, così forti e belle che Marguerite Yourcenar fa dire all’imperatore Adriano, nascondono una questione sulla quale l’Italia si è incartata da tempo: l’uso incosciente del suolo. Dove la parola ‘incosciente’ non è un caso, visto che l’uso coscienzioso implica avere chiaro in testa proprio cosa è il suolo e a quali valori culturali ed ecologici riferirsi per rispettarlo. Soprattutto nella testa di urbanisti e decisori politici ai quali la comunità dei cittadini consegna la delega dei piani dove si decide come usare il territorio, che diventerà l’ambiente e il paesaggio per figli e poi nipoti. E qui iniziano i problemi.

Già, perché come facciamo a decidere come trattare la terra se non sappiamo cos’è e quali effetti si generano dalla nostra decisione? Da decenni il suolo è visto né più né meno come una piastra pronta a fare da supporto a strade, capannoni, case, impianti e autostrade. Ancora oggi non viene messo in discussione il diritto di un proprietario di domandare di costruirci sopra ed è comunemente accettato che sia ‘giusto’ ricavare dall’urbanizzazione quanto più profitto si può. Il suolo sembra essere lì per quello, solo per quello. Tutti ne sono convinti. Ma è davvero così? La risposta è no.

Ed è per questo che ne discuteremo venerdì 3 febbraio, ore 17.00, alla Casa della Cultura di Pianura (strada comunale Grottole 1) a Napoli a partire dal mio libro “L’intelligenza del Suolo” (Altreconomia, 2022) e da quello di Antonio di Gennaro e Giuseppe Guida, “7 Pezzi facili” (Clean, 2022) che affronta questi temi con riferimento alle periferie e alle campagne urbane della città di Napoli. Parteciperanno all’incontro il presidente della IX Municipalità  Pianura-Soccavo Andrea Saggiomo, e Laura Lieto, assessore all’urbanistica del Comune  di Napoli, che tirerà le conclusioni. Su questi stessi temi altri due incontri dedicati a “L’intelligenza del suolo” sono programmati nella giornata di sabato 4 febbraio: la mattina a Caserta al Polo Scientifico dell’Università della Campania (Viale Lincoln 5); alle 18.00 alla Casa del Volontariato a Salerno (Corso V. Emanuele 90).

In tutti i tre appuntamenti dimostreremo che il suolo è proprio intelligente oltre a essere un ecosistema fragile e non resiliente dal quale dipendiamo per il cibo, la regolazione climatica, la biodiversità, lo stoccaggio di CO2, la prevenzione dei disastri idrogeologici, la depurazione dell’acqua. Diremo anche che la più grande stupidità che possiamo fare è continuare a trattarlo come l’avaro che guarda solo al suo tornaconto, continuando a fare la sola cosa che sa fare: cementificare come se non ci fosse un domani. Il consumo di suolo è una vera e propria piaga ambientale e sociale che toglie fiato, bellezza e buona vita agli abitanti di oggi e domani.

Mentre il suolo non asfaltato ci regala benefici, quello asfaltato ci dà spesa pubblica. Ma non se ne parla. Porteremo i dati del consumo di suolo della Campania mostrando, anche, quanto si cementifica nelle aree più franose ed esondabili. E proveremo, assieme, ad aprire una nuova traccia per il futuro facendo del rispetto dell’intelligenza del suolo una bandiera sotto la quale generare lavoro, benessere, coscienza civica e un altro modo di intendere il governo del territorio.

E allora, possiamo permetterci di sapere così poco del suolo e della sua fragilità? Possiamo pensare un futuro con altro cemento su suoli agricoli, ritardando la rigenerazione urbana di ciò che già esiste? Fare luce sull’ecosistema che sta sotto i nostri piedi, la pelle del Pianeta, sarà il primo passo per conoscerlo, per essere più consapevoli e aprire gli occhi. Il suolo non è una ‘cosa’ da sfruttare, ma un ecosistema da tutelare che chiede a tutti noi di prendere posizione, di parlarne, di chiedere cambiamento. Possiamo farlo: starà meglio l’unico pianeta che abbiamo. E tutti noi.

Paolo Pileri insegna Pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano