Pio Russo Krauss, pediatra, esperto in educazione sanitaria, 9 luglio 2014
Se si leggono i giornali degli ultimi giorni abbondano titoli come “Mortalità in aumento nella Terra dei fuochi” e “Terra dei fuochi: allarme leucemie”. Roberto Saviano sulla prima pagina di Repubblica afferma “Esiste un nesso tra la devastazione di intere aree, i rifiuti intombati, le morti per cancro e i bambini che nascono con malformazioni. Lo dimostra l’aggiornamento allo studio epidemiologico Sentieri” (dell’Istituto Superiore di Sanità ISS).
Ma le cose stanno veramente così? No. Se si legge il rapporto dello studio SENTIERI (122 pagine) appare evidente. Ma anche se si leggevano con attenzione le 3 pagine della nota per la stampa si poteva capire che le cose non stavano così.
Nei primi righi della nota per la stampa si premette che “Le caratteristiche metodologiche dello studio SENTIERI non consentono la valutazione di nessi causali certi, permettono tuttavia di individuare situazioni di possibile rilevanza sanitaria da approfondire con studi mirati”. Quindi lo studio, al contrario di quello che dice Saviano, non dimostra alcun nesso “tra devastazione di intere aree, i rifiuti intombati, le morti per cancro e i bambini che nascono con malformazioni”. Non lo dimostra e non può farlo perché è uno studio epidemiologico trasversale (o geografico) e questo tipo di studi non ha questa capacità (vedi il documento dell’Associazione Marco Mascagna “ABC per orientarsi nei dati epidemiologici” reperibile all’indirizzo http://www.giardinodimarco.it/documenti/2013/abc%20per%20capire%20l%27epidemiologia.pdf).
“Mortalità in aumento” in italiano significa che prima era più bassa e ora è più alta. SENTIERI dice questo? No. Infatti sempre nelle 3 paginette sta scritto che lo studio non fa altro che confrontare i dati di una zona con quelli regionali o nazionali (confronto tra aree geografiche e non nel tempo). E sta anche scritto che “Per quanto riguarda la salute infantile nella TdF non si osservano eccessi di mortalità” e non si parla di aumento delle leucemie infantili.
Che cosa dice allora questo nuovo rapporto? Che nella zona della Terra dei Fuochi (tra Napoli e Caserta) si muore di più e ci si ricovera di più rispetto al resto della Campania e ci si ammala di più di alcuni tumori rispetto all’Italia. Cioè quello che si sa da molti anni e che è stato detto anche nella relazione dell’ISS del dicembre 2012. Le conclusioni erano le seguenti:
– nella Terra dei fuochi si muore di più che in Italia ma meno degli anni precedenti (“La descrizione del profilo di salute della popolazione campana indica una situazione generalmente sfavorevole rispetto al resto di Italia, tuttavia i tassi di mortalità anche per cause specifiche sono in diminuzione”);
– tutti gli indici di salute sono peggiori e ciò fa pensare a una pluralità di fattori causali diffusi (“Lo svantaggio è presente da tempo e non risulta focalizzato su una singola patologia o su un solo sottogruppo di popolazione, come ci si potrebbe attendere da esposizioni ambientali limitate geograficamente”);
– fattori causali certi di questa situazione sono la bassa partecipazione agli screening (mammografia, pap test e sangue occulto nelle feci), gli stili di vita poco salutari e una sanità più attenta a fare soldi che alla salute dei cittadini (“Il registro tumori di Napoli si distingue per livelli di sopravvivenza marcatamente inferiori, con un 40% di sopravvivenza a 5 anni nella popolazione maschile e 51% in quella femminile” [la media italiana è rispettivamente 52% e 60%]. “I dati di sopravvivenza per i tumori trovano riscontro nella scarsa adesione ai programmi di screening, che per la Regione Campania è molto lontana dal dato medio nazionale e dalla copertura desiderabile. Inoltre sul deficit di sopravvivenza pesano notevolmente anche le difficoltà di accesso alle strutture sanitarie di diagnosi e cura da parte delle fasce di popolazioni più deboli e a rischio e l’enorme frazionamento dei percorsi sanitari”. “Stili di vita e fattori di rischio comportamentali connessi all’insorgenza della malattie croniche, quali sedentarietà, eccesso ponderale e fumo sono significativamente più frequenti nella popolazione residente in Campania che nel resto del Paese. Non solo, le variazioni temporali osservate in Campania, sembrano suggerire una tendenza all’aumento”);
– Tutto ciò non esclude un ruolo anche dei rifiuti (“Si può affermare che non c’è nesso causale accertato tra l’esposizione a siti di smaltimento di rifiuti e specifiche patologie, ma potenziali implicazioni sulla salute non possono essere escluse”);
– Non c’è alcun aumento dei morti per tumore (“Non viene confermato l’incremento di rischio di mortalità per tumori come segnalato nei media”).
I dati (ISTAT, Istituto Superiore di Sanità e Registri Tumori) sono chiari: nella Terra dei Fuochi non c’è alcun aumento della mortalità generale (anzi è in diminuzione), né di quella tumorale (in diminuzione per gli uomini, stazionaria per le donne), né c’è un aumento dei tumori (in diminuzione nei maschi, in lievissima salita per le donne).
Quindi questo rapporto non dice nulla di nuovo rispetto al rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sulla Terra dei fuochi (2012). Eppure quelli che più volte hanno attaccato duramente l’ISS (per lo studio su discariche e salute1, per quello sulla diossina e metalli nel sangue e nel latte di abitanti in zone critiche2, per la relazione su tumori e salute nella Terra dei fuochi3, per gli studi sulla presenza di tossici sulle verdure coltivate su terreni contaminati4) ora la ritengono fonte autorevole e veritiera. Anzi fonte definitiva (“L’ha detto l’ISS che esiste il nesso tra devastazione ambientale e tumori, la questione è chiusa”).
Il criterio “se dici quello che io penso sei autorevole, se dici il contrario (anche portando dati e argomentazioni) sei disonesto e venduto” è un pessimo criterio di giudizio ed è proprio dei fanatici e nel corso della storia ha portato all’inquisizione, al fascismo, al nazismo, allo stalinismo. Se invece si ascoltano le posizioni dell’altro, se si esaminano i dati che porta, se si soppesano criticamente (con quel minimo di preparazione necessaria), se si chiedono chiarimenti e li si ascolta attentamente non c’è alcun bisogno di avere un così rozzo e pericoloso criterio per stabilire chi dice il vero e chi no. Gli antichi dicevano che la ragione è un faro capace di guidarci efficacemente anche in situazioni complicate. Il buio della ragione invece genera mostri: uccide la convivenza civile, la democrazia e ci fa schiantare contro gli scogli.
In ultimo due consigli:
1) consiglio per i lettori/ascoltatori/internettiani: prima di prendere per buona un’informazione esaminiamola, soppesiamola criticamente e verifichiamola;
2) consiglio per giornalisti/commentatori/blogger/twittatori/facebookisti: prima di scrivere su qualcosa esaminiamola con la dovuta attenzione, anche se si tratta di leggere ben 3 pagine.
Note
1) Fazzo L, De Santis M, Mitis F et al. Ecological studies of cancer incidence in an area interested by dumping waste sites in Campania (Italy). Ann Ist Super Sanita 2011
2) ISS SEBIOREC Rapporto finale www.iss.it/binary/sebi/cont/SEBIOREC_Final_report_Dec_2010__human__rev_1.pdf
3) ISS: Relazione finale del Gruppo di Lavoro ex D.M. 24.07.2012 www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=1883
4) vedi www.beta.regione.campania.it/assets/documents/relazione-iss-ottobre-2013.pdf e www.beta.regione.campania.it/it/news/salute-7054/area-vasta-di-giugliano-iss-composti-volatili-organici-assenti-dai-prodotti-agricoli. Sia questi studi che quelli condotti dalle ASL, dall’Istituto zooprofilattico, dall’Università Federico II, dall’ORSA, dalla Coop e da Esselunga non hanno dimostrato nessuna contaminazione delle “pesche, albicocche, pomodori, arance, mandarini, mandorle, mele annurche, il latte di bufala” come dice Saviano, e nemmeno di altri prodotti ortofrutticoli
1 commento
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23/07/2014 a 17:15
Topenz
In questo paese, ogni tanto, si incontra qualche mente pensante… 🙂 Grande di Gennaro!