Confesso tutta la mia preoccupazione per una tendenza che va sempre più affermandosi: l’impulso irrefrenabile dei sindaci di centrosinistra neoeletti, a dichiarare per prima cosa la volontà di liberare qualcosa, si tratti dei Fori Imperiali o del Granatello di Portici.

Evidentemente de Magistris e il suo “lungomare liberato” hanno fatto scuola.

Quello che non mi convince è il fatto che queste iniziative (la cosa riguarda anche Piazza Plebiscito, in stato di sempre più triste abbandono) non si portino poi dietro un progetto di gestione, un progetto di città, con tutti i suoi funzionamenti.

Così a Napoli le politiche unidimensionali di pedonalizzazione del lungomare, hanno mandato in tilt la circolazione veicolare a scala urbana. Tanto da costringere l’assessore Donati, quando a causa delle proteste di popolo ha poi dovuto fare dietrofront, a scusarsi per non aver compreso le “relazioni tra i quartieri della città” (sic!).

Più che liberare, qui è necessario proporre progetti di gestione convincenti degli spazi pubblici, con umiltà, con la consapevolezza che le città sono meccanismi complicati, che le politiche di sostenibilità urbana devono integrare tanti aspetti, se vogliono veramente essere utili, e durare.

(vedi anche il post “La strategia e la tattica”, https://horatiopost.com/2013/04/12/la-strategia-e-la-tattica/).

Liberare_progettare