Anche chi come il sottoscritto non conosce bene il fenomeno, sta rapidamente apprendendo che il tono della comunicazione grillina rimane costantemente sintonizzato sul Vaffa-day, tra l’irrisione, l’insulto, la minaccia. La scelta non è nuova, abbiamo già ascoltato in passato personaggi come Craxi e Bossi , ma anche rodomonti di scala minore, come Renato Brunetta e Luigi de Magistris.
Una certa umiltà o prudenza, quando governi, ti vengono dalla durezza dei fatti, ed in effetti i toni del povero neosindaco 5 Stelle di Parma sembrano ora molto più dialoganti e pacati.
Ad ogni modo, la burbanza grillina è certamente corroborata dal buon vento elettorale, ma in democrazia il numero dei voti serve a stabilire chi decide, non chi ha ragione. Per quest’ultima cosa rimane necessario il dibattito pubblico, che presuppone un minimo di urbanità, di capacità di argomentazione, immedesimazione, ascolto.
E di pazienza, anche e soprattutto con i troll.
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