Poi naturalmente c’è la questione di Bagnoli, le indagini, il sequestro delle aree, la brutta storia di una bonifica truffaldina che addirittura avrebbe peggiorato le cose.

Cosa dire? Quando arriva la magistratura il danno è già fatto, la distruzione dolorosa di tempo, risorse, fiducia e prospettiva è oramai irreversibile.

L’errore è quello di considerare le grandi bonifiche come operazioni meramente tecniche, di competenza di specialisti, esperti di cose troppo complicate da spiegare ai cittadini comuni.

Nei paesi civili, invece, le grandi bonifiche industriali sono operazioni all’insegna del pragmatismo, della sobrietà, con un forte controllo politico e partecipazione sociale. Gli obiettivi, le tecniche e i tempi sono chiaramente definiti, le risorse sono quelle strettamente necessarie, i controlli periodici estremamente efficienti.

Qui per più di due lustri abbiamo delegato la gestione esclusiva delle operazioni ad un ente strumentale – la società di trasformazione urbana –  che ha operato in solitudine, senza rapportare periodicamente alla città e ai suoi amministratori, senza spiegare niente, spendendo per di più una barca di soldi. Come se la bonifica non fosse parte del progetto urbanistico complessivo, ma un affare a sé stante.

Ad ogni modo, io penso che la responsabilità politica prevalga su quella dei tecnici infedeli.

In questioni come queste, lo si voglia o no, sono il sindaco, la giunta, il consiglio a dover sovrintendere alle operazioni, esercitando il diritto/dovere di controllo, ma anche di impulso, mettendo in gioco tutto il capitale politico e istituzionale disponibile, nei confronti dei livelli di governo superiori: regione, stato, commissione europea.

Non ci sono scorciatoie. Anche oggi, quando siamo al punto più basso, resta questa la strada da intraprendere, aprendo un dialogo trasparente con la città, definendo rapidamente un nuovo programma, un modo di procedere.

Con la speranza che la lezione sia stata appresa per sempre, che i margini residui di credibilità siano ancora sufficienti.

Alta infedeltà