Antonio di Gennaro, 7 febbraio 2016

cielo piccolo

Giulio Regeni, 28 anni, studiava i nuovi movimenti sindacali in Egitto; Valeria Solesin, 28 anni, i problemi del lavoro femminile nelle economie europee. Il suo ultimo articolo per il Corriere della Sera aveva titolo “Allez les filles, au travail!” (Avanti ragazze, al lavoro!). L’ultimo articolo di Regeni sul Manifesto, “In Egitto, la seconda vita dei sindacati indipendenti“. Una giovane donna, un giovane uomo che cercavano di capire, che pensavano avesse senso lavorare, impegnarsi, rischiare. Cittadini del mondo, armati solo di intelligenza e sorriso. Ora li sentiamo nostri figli, fratelli, nostre guide, loro che la vita la prendevano sul serio, e tornano alla memoria, in loro onore, i versi di Nazim Hikmet:

La vita non è uno scherzo,
prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’aldilà.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non è uno scherzo,
prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini,
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.

La vita non è uno scherzo,
prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio,
pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli,
ma perché non crederai alla morte,
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.